Santiago del Chile. Alfonso Cubillos è un giovane studente liceale all’ultimo anno di scuola prima dell’università. Abita vicino a plaza Italia, luogo simbolo delle proteste degli studenti contro un sistema discriminante per classi sociali. Non vuole partecipare agli esami di ammissione all’università, che genera distinzioni per classi sociali. A casa si parla tanto dello zio, Enrique, desaparecido del tempo del generale Pinochet. Ma lui non lo ha mai conosciuto. Per questo, e per le sue convinzioni, decide di chiamarsi come lui, con il nome della mamma, che ne era la sorella. Cubillos appunto. A gennaio la protesta guidata da Alfonso insieme ad altri studenti ha successo. La prova di ammissione viene annullata. E un presidio permanente viene organizzato a Plaza Italia. Ma in aiuto del governo del presidente Pinera viene un alleato che mai avrebbero immaginato: un virus impone la quarantena a tutti gli abitanti di Santiago e soffoca tutte le proteste. Piazza Italia viene evacuata e Pinera si fa un selfie con la sua scorta, aizzando ancor di più la protesta. Alfonso è a casa bloccato da un provvedimento di coprifuoco, cosi caro a chi governa il Cile. Ma decide di protestare lo stesso, Si accorda con i compagni, genera proteste on line, apre una pagina instagram di protesta. Costringe persino il ministro dell’educazione alle dimissioni.

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